Grado, Imu al 4 per mille sulla prima casa
Aliquota invece al 7,6 per gli altri immobili, seconde abitazioni (molte di triestini), alberghi, ristoranti e negozi
di Antonio Boemo
Aliquote Imu al 4 per mille per la prima casa e al 7,6 per gli altri edifici. Seconde case comprese. Il Comune, come anticipa il sindaco Edoardo Maricchio, è in fase di approvazione delle aliquote che, per quanto riguarda la prima casa, a Grado sono state fissate al livello base del 4 per mille. Un’aliquota che, secondo la legge, può variare del + o – 2 per mille.
Quanto verrà introitato con l’Imu della prima casa rimarrà nelle casse comunali, mentre del 7,6 per mille che interessa tutti gli altri immobili il 3,8 per mille andrà allo Stato. A questo proposito, pare che si dovrà effettuare un doppio e contestuale versamento, la parte destinata al Comune e l’altra allo Stato.
Con l’Ici il Comune lo scorso anno ha incassato circa 4 milioni e 800mila euro. Per quanto riguarda la decisione di adottare l’aliquota del 7,6 per mille alle seconde case, agli edifici ricettivi e a tutti gli altri, il primo cittadino afferma che tra le località balneari dell’Alto Adriatico quella di Grado è indubbiamente la più bassa, e anche di molto, rispetto a tutte le altre. Si parla, ad esempio, di Rimini, Cattolica e Riccione, dove l’aliquota è stata stabilita nel 10,6 per mille, nonchè di Bibione, Caorle e Jesolo dove si arriva al 9,2 per mille.
Intanto i tagli di quest’anno, evidenzia ancora Maricchio, arrivano a circa 850mila euro. Ma come si andrà a compensare quanto mancherà nelle casse volendo mantenere più basse possibili le aliquote? Fermo restando che per tutti i servizi, quindi compreso quello per i rifiuti, è previsto l’adeguamento Istat con un incremento del 3,2%, ci saranno piccoli aumenti per tutte le concessioni.
«Aumenteremo davvero di poco tutte le concessioni – spiega il sindaco – per poter mantenere più basse possibili le altre tasse, al fine di venire incontro al settore alberghiero, della ristorazione e del commercio e di tutte le attività».
In particolare, Maricchio ricorda che gli albergatori hanno dovuto presentare le tariffe valide per il 2012 entro il mese di luglio 2011 quando non erano previsti gli attuali aumenti e quelli più grandi nel caso di applicazione di aliquote più alte, avrebbero dovuto sopportare incrementi anche di 30mila euro. Da qui la decisione di recuperare qualcosa aumentando seppur di poco le concessioni. «A causa dei tagli – evidenzia ancora Maricchio – il Comune è costretto a fare dei sacrifici riducendo qualche intervento. Stiamo valutando e porteremo tutto in approvazione con il bilancio».
A proposito del documento contabile, è ipotizzabile che le due consuete riunioni, una per la presentazione e l’altra per la discussione e l’approvazione, si terranno subito dopo Pasqua. L’ultimo punto per il quale il sindaco si è battuto, quello cioè di stabilire un’aliquota Imu molto superiore per negozi e locali chiusi e sfitti (la chiusura dipende principalmente dagli affitti richiesti che sono molto alti) è invece caduto nel nulla: «La legge – dice il primo cittadino – non ce lo consente».