Laguna Baseleghe a Bibione

Baseleghe, laguna a scoprire
Tra Venezia e Trieste, una via d’acqua semideserta, in un ambiente naturale qua e là punteggiato dai casoni dei pescatori e dai loro tetti di canne

di Leonardo Felician

Tra Venezia e Trieste corre una via navigabile per acque interne e parallela alla costa arcuata dell’Alto Adriatico, la Litoranea Veneta, l’idrovia che collega il Po con la laguna di Venezia sino a Monfalcone, sfruttando canali che collegano ampie lagune e foci di fiumi, tra cui Livenza, Piave, Tagliamento e Isonzo. E’ un paesaggio lagunare ottimamente preservato fatto di canneti e vegetazione bassa sull’acqua lo scenario dominante di questa vasta area umida, un habitat prediletto per innumerevoli specie di volatili dove è facile vedere cormorani, garzette, cavalieri d‘Italia oltre a molti gabbiani. La conformazione del terreno con basse secche e serpeggianti corsi d’acqua ha avuto un ruolo importante nella storia, poiché in fuga dalle grandi città come Aquileia qui cercò rifugio la popolazione all’epoca delle invasioni barbariche, dando origine agli insediamenti di Grado, Caorle e naturalmente Venezia. Se la laguna veneziana, chiusa verso sud dal lungo litorale del Cavallino e la laguna di Marano e

Grado, su cui si affaccia tra l’altro Lignano Sabbiadoro, sono le più note, una delle zone più suggestive e meno conosciute è la laguna di Baseleghe che si trova nel Veneto Orientale, circa a metà strada e che congiunge con una tranquilla via d’acqua le spiagge di Bibione e di Caorle. Pochi sono gli insediamenti umani in queste zone, frequentate d’inverno per rare battute durante la stagione della caccia, ma anche in piena estate stupisce la solitudine di queste valli che si trovano a pochi passi da alcune delle spiagge più frequentate dell’intero Adriatico: Bibione con oltre 6 milioni di presenze stagionali è la seconda spiaggia d’Italia dopo Rimini.

La lunga striscia di spiaggia di Bibione si prolunga per 11 km dalla foce del Tagliamento a est fino a Bibione Pineda a ovest a chiudere la laguna di Baseleghe: proprio sulla punta sorge un grande campeggio. All’interno, in acque riparate, porto Baseleghe permette la messa in acqua di barche e con il suo yachting club funge da ricovero per i motoscafi: la darsena di 800 metri dispone di otto pontili e due banchine per un totale di 400 posti barca. C’è anche un bel
ristorante con cucina di pesce secondo la tradizione veneta dell’Alto Adriatico, dall’ambiente insolito, ricavato da costruzioni tipiche con alto tetto di cenne, i tradizionali casoni di pesca sulla laguna, restaurati a regola d’arte da esperti impagliatori ungheresi del lago Balaton: si trova direttamente sull’acqua con uno spettacolare tramonto che si riflette in mille sfumature di colori.

Da qui basta un piccolo fuoribordo per addentrarsi nel dedalo di canali poco profondi in mezzo ai canneti, ottimamente segnalati e delimitati dalle caratteristiche “bricole”, che portano in direzione ovest verso l’isola della Brussa: di quando in quando si trova qualche traccia di insediamenti umani, fattorie per l’acquacultura con vasche per l’allevamento delle anguille, casoni ancor oggi frequentati dai pescatori, che vi si stabiliscono nella stagione opportuna, con ampie distese di reti ad asciugare davanti alla porta. C’è una sola stradina che arriva via terra all’isola della Brussa, una spiaggia incontaminata con scarso accesso per i turisti, dove è ancora possibile camminare sulla battigia su un tappeto di piccole conchiglie.

Quando sembra di essersi persi definitivamente nei meandri dei canneti si spunta all’improvviso al porto di Falconera, l’altra estremità della laguna, con una suggestiva visione dei campanili e del lungomare di Caorle. Non si tratta di una delle tante spiagge un po’ anonime dell’Alto Adriatico: la sua lunga storia risale al I secolo avanti Cristo, fu sede vescovile nell’epoca paleocristiana e conserva un duomo del 1038 dal caratteristico campanile cilindrico, sormontato da una cuspide conica in stile romanico. La sua scogliera è una passeggiata piena di fascino, con il centro storico della cittadina che si staglia da un lato e il mare Adriatico dall’altro, coronata al termine della diga dall’antica appartata chiesa della Madonna dell’Angelo. Da una ventina d’anni su questa passeggiata l’amministrazione comunale organizza con cadenza biennale il premio internazionale “Scogliera Viva”, un simposio di scultura sui blocchi di trachite euganea posti a difesa dai flutti del mare: gli scultori di fama internazionale che si sono succeduti nel tempo hanno creato una singolare galleria di sculture insolite, una specie di piccolo museo all’aperto.

da repubblica.it