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La Cacca : laboratorio per i ragazzi in biblioteca a Bibione

LA CACCA storia naturale in biblioteca : Dal 01-3-2012 al 31-3-2012

LA CACCA. Storia naturale dell’innominabile, tratto dal libro omonimo. Laboratorio ludico-scientifico di promozione alla lettura. A cura di Giunti Editore, Touring Editore e Editoriale Scienza.

Perché puzza la cacca? Tutti gli animali fanno la cacca? Di che colore è la cacca? Le domande … scientifiche che ci si pone sulla cacca sono molte … anzi moltissime! Troveranno risposta in questo simpatico laboratorio.

E … faremo proprio la … CACCA! Eppoi … come tutti i ricordini che si raccomandino… la porteremo anche a casa per mamma e papà!

Attività: facciamo la cacca! Questo laboratorio ha partecipato al Festival della Mente 2008. Durata: 60 minuti con gruppo classe oppure max 20/25 ragazzi utenza libera.

da VENETOEDINTORNI.IT

Festa dell’Asparago Bianco 2012 a Bibione

Asparago bianco di Bibione

Il 24 e 25 aprile 2012  ritorna a Bibione la Festa dell’Asparago Bianco con degustazione a Piazza Mercato.

Lungo la zona costiera della laguna veneziana l’asparago ha trovato un ambiente ed un clima particolarmente adatto alla sua coltura. La storia e la tradizione dell’Asparago bianco di Bibione è indissolubilmente legata alla Cooperativa Agricola “Bibione”. Essa è sorta nel 1959 grazie alla volontà di 14 esuli istriani, costretti a rientrare nelle terre di origine dei loro antenati per le vicende politiche jugoslave dell’epoca.

Costoro hanno messo a frutto le conoscenze orticole apprese in Istria e, facendo fruttare i terreni semisabbiosi della zona, hanno migliorato la tecnica colturale tradizionale e rilanciato la coltura dell’asparago, che è cresciuta nel tempo, sino a diventare una forte realtà economica nella zona. Da oltre trent’anni si tiene la tradizionale “Festa dell’Asparago di Bibione”.

I turioni dell’Asparago bianco di Bibione sono totalmente bianchi e con apice ben serrato. Essi vengono selezionati per calibro secondo le seguenti categorie:

  • fini: calibro inferiore a 10 mm, misurato alla base del turione;
  • prima: calibro compreso tra 10 e 16 mm;
  • extra: calibro superiore a 16 mm;
  • seconda: vi rientrano i turioni di tutti i calibri con difetti estetici di vario tipo, come ad esempio: apice sfiorito, macchie di ruggine, cavità, irregolarità di forma, ecc.

Gli asparagi, che vengono tagliati ad una lunghezza di 21 centimetri, sono commercializzati in mazzi da 1 kg, caratterizzati da due legature effettuate manualmente con rafia. Per la categoria extra è prevista l’apposizione di una fascetta verde sulla parte mediana del mazzo, riportante il logo e la denominazione “asparagi di Bibione”.

La particolare struttura e composizione del terreno locale, che è profondo, sabbioso e senza problemi di ristagno, influisce in modo determinante a caratterizzare, dal punto di vista qualitativo e organolettico, l’asparago di Bibione. La coltura dell’asparago si sviluppa in più anni, solitamente fino a 10-12 dalla messa a dimora delle “zampe” (fusti sotterranei), che prevede solo aratura, una abbondante concimazione organica e la preparazione dei solchi.

Nei successivi due anni si eseguono quindi le tradizionali operazioni di allevamento: concimazioni, sarchiate, controllo delle erbe infestanti. All’inizio del terzo anno si procede formando le “motte”, i caratteristici cumuli di terra sopra le file, che servono per far crescere interamente il turione (per 25-30 cm) all’interno del terreno.

Per permettere la formazione di un prodotto assolutamente bianco viene praticata la pacciamatura con film plastico nero oscurante. La raccolta è rigorosamente manuale per mezzo del classico coltello ricurvo e prosegue con la cernita. Si provvede quindi alla legatura con rafia utilizzando i tradizionali stampi in legno, al lavaggio dei mazzi e alla eventuale applicazione della fascetta, nel caso della categoria “extra”.

Gli asparagi di bibione sono reperibili da febbraio a giugno, presso tutti i mercati del veneziano.

Diuretici e lassativi, gli asparagi hanno molteplici usi culinari potendo essere consumati sia crudi che cotti al vapore o nella preparazione di innumerevoli piatti o condimenti.

da PRODOTTITIPICI.COM

Val Grande di Bibione : scavi villa marittima “Mutteron dei Frati”

SCAVO DELLA VILLA MARITIMA
(PARS URBANA) DEL “MUTTERON DEI FRATI”

di Vincenzo Gobbo

Nel mese di Agosto degli anni 1991 e 1994 sono stati condotti dalla Soprintendenza Archeologica per il Veneto due saggi di scavo ai piedi del rilievo sabbioso comunemente noto con il nome di “Mutteron dei Frati”, situato all’interno dell’azienda agricola “Val Grande” di proprietà del signor Giacomo Ferri.

Lo scavo, diretto dalla dott. Pierangela croce Da Villa e condotto dallo scrivente, ha avuto lo scopo di analizzare le presenze archeologiche nell’area compresa entro le foci del Canal dei Lovi ed il Tagliamento al fine di individuare le possibili caratteristiche tipologiche degli insediamenti costieri d’epoca classica.

A seguito di alcune ricognizioni preliminari di superficie, che hanno confermato l’esistenza di strutture affioranti presso il lato meridionale del colle, si decideva di verificare con un saggio di scavo le informazioni desunte dai numerosi interventi precedenti nell’area in esame. La zona interesdsata dal saggio è un’ampia radura quadrangolare, priva di vegetazione di superficie d’alto fusto, che corrisponde all’area scavata nel 1932 dal prof. Aulo Gelio Cassi.

Lo scavo, reso possibile dalla disponibilità del proprietario che metteva a disposizione alcuni suoi operai, ha portato alla luce parte di una grande villa signorile d’epoca romana, composta da sette stanze, tre delle quali pavimentate con mosaici.

A causa dei numerosi scavi risalenti al secolo scorso, che hanno permesso l’asportazione di gran parte del materiale archeologico, si sono potuti recuperare solo pochi reperti, la maggior parte dei quali appartiene alla categoria dei pesi da rete di forma sferoidale con foro centrale. Sono stati raccolti anche tre esemplari del bollo su tegola “Ti PANSIANA” ed un frammento di tegola con bollo “C. TITI HERMEROTIS”.

Molto importante è la monetina dell’imperatore Onorio (395-423 d.C.) rinvenuta all’interno dell’impasto di malta che legava gli elementi edilizi di un muro divisorio; essa presenta al dritto il volto dell’imperatore incoronato con un diadema di perle, al rovescio il comune motivo della Vittoria che trascina un prigioniero. Questa piccola moneta ci permette di datare con precisione la costruzione del muro e parallelamente l’edificazione di tutto il complesso occidentale.

continua

da VALGRANDEBIBIONE.COM

Le lagune di Bibione, Caorle e Venezia sono le preferite dagli uccelli acquatici svernanti

Gli uccelli svernanti scelgono le valli veneziane
Nelle lagune di Caorle, Bibione e Venezia contati 405 mila esemplari. Siamo la prima zona umida d’Italia

Le lagune di Caorle, Bibione e Venezia, si confermano in cima alla lista di gradimento degli uccelli acquatici svernanti di tutto lo Stivale, che hanno eletto le nostre 23 valli ad habitat preferito.

Un dato straordinario secondo il vicepresidente della Provincia, Mario dalla Tor e tutto il suo staff: nel gennaio 2012 sono stati censiti ben 405mila anatidi, un vero e proprio record. Il numero, infatti, è in costante aumento: si è passati dai 70 mila del 1993, ai 270 mila del 2008 ai 330 mila del 2011. Quest’anno il salto.

Nelle tre giornate di censimento europee che hanno visto impegnate un centinaio di persone, esperti, volontari, guardia provinciali, sono stati contati 365.886 uccelli di diverse specie nella laguna di Venezia e ben 39.820 in quella di Caorle.

In cima alla lista degli uccelli che svernano ci sono sempre le anatidi, in particolar modo le alzavole, il germano reale, ma anche uccelli come il fischione, il codone, la folaga, il piovanello pancianera, il gabbiano comune, la volpoca e l’airone bianco maggiore, il più numeroso tra i trampolieri.

«Siamo la prima zona umida d’Italia e una delle più grosse in Europa – spiega Dalla Tor – per quantità di uccelli».

Motivo del successo? «Anzitutto la gestione delle valli, il bacino d’acqua ha il livello giusto, la complessità e ricchezza degli ambienti naturali fanno si che ci siano le condizioni favorevoli e la giusta appetibilità.

Basta pensare che nei giorni freddi di febbraio, i vallicoltori hanno provveduto a lasciare del cibo per gli uccelli, altrimenti avremmo avuto delle morie. La nostra insomma, è una grande piattaforma, una sorta di enorme parcheggio scambiatore per volatili di tutto l’Est Europa».

da NUOVAVENEZIA.GELOCAL.IT