Da Cavallino a Bibione contro la proroga concessioni spiaggia

Concessioni, coro di no ai cinque anni
Da Cavallino e Bibione bocciata la “miniproroga” in discussione a Roma. Il sindaco di Caorle Striuli: «È solo un palliativo»

Concessioni demaniali, l’ultima spiaggia è adesso la “miniproroga” di altri 5 anni, discussa in commissione Industria. Si andrebbe così al 2020, anche se il Governo appare tutt’altro che convinto, battuto in Commissione dopo che già si era opposto alla proroga di 30 anni. Da Bibione a Jesolo, passando per Carole, Sottomarina e tutte le località balneari della costa veneziana, risuona il grido di battaglia degli operatori delle spiagge che non vogliono mollare e con le loro associazioni che stanno cercando di modificare le decisioni del Governo e della Ue.

Il presidente di Union Mare Veneto, sindacato dei balneari, Flavio Maurutto era ieri a Roma e non pare affatto soddisfatto dell’andamento della discussione e delle ultime decisioni in materia di concessioni demaniali e proroghe prima delle future gare. «Una proroga di 5 anni comunque non è quello cui miriamo», commenta a caldo Maurutto, «qui si tratta di far rispettare diritti acquisiti a suo tempo con una legge italiana, quando si ragionava nei termini di sei più sei anni. Noi riteniamo che una data giusta possa essere il 2030 che garantirebbe se non altro gli imprenditori che potrebbero rientrare dagli investimenti fatti finora».

A Jesolo, la Federconsorzi di Renato Cattai è sulla stessa linea di Maurutto. «Cinque anni sono sempre pochi», dice Cattai, «e poi non riusciamo ancora a capire cosa succederà alla Spagna che sembra aver ottenuto molto di più. Senza contare che i 5 anni, vista la posizione del Governo, non sono ancora certi. Il Governo potrebbe porre la fiducia e mettere ancora tutto in discussione. Dobbiamo far capire che la nostra categoria ha investito per migliorare servizi e strutture nel corso degli anni ed è giusto che ora abbia i, tempo per trarne il giusto profitto». Per l’amministrazione comunale di Caorle non ci sono dubbi, la proroga di cinque anni rispetto alla scadenza del 2015 per quanto riguarda le concessioni demaniali, è un inutile palliativo che sposta il problema nel tempo ma che di certo non restituisce tranquillità ai concessionari. Una magra vittoria che non risolve alcun problema, la direttiva Bolkestain, sopratutto per le località balneari come Caorle e la vicina Bibione, rimane a penzolare sulle teste di commercianti ed imprenditori come una spada di Damocle.

«Questi cinque anni di proroga non consentiranno in ogni caso di agevolare gli investimenti che sarebbero troppo limitati nel tempo», dichiara il sindaco di Caorle Luciano Striuli, «Speriamo che vi sia ancora spazio per ottenere una proroga di durata maggiore considerato che l’iter legislativo si concluderà entro il 24 dicembre con la conversione in legge del decreto sviluppo». «È impensabile che l’Unione Europea imponga certi parametri», aggiunge il vicesindaco Sabrina Teso, «Ovviamente si tratta di un mio pensiero che però sicuramente condivideranno anche i miei colleghi della vicina Bibione, ma credo che la direttiva dovrebbe essere abolita definitivamente lasciando agli imprenditori la possibilità di fare progetti ed investimenti a lungo termine».

Giovanni Cagnassi

da nuovavenezia.gelocal.it

Bibione e la tassa di soggiorno

Tassa di soggiorno a Jesolo Zoggia pensa a un euro e mezzo
Il sindaco la ritiene ormai inevitabile: «A meno che non si voglia più investire nel turismo» Resta la contrarietà di Federalberghi e Confcommercio che invocano un’ipotesi alternativa

di Giovanni Cagnassi

Tassa di soggiorno, percorso obbligato. Nonostante le resistenze degli albergatori ormai i Comuni hanno deciso. Chioggia e Cavallino già nel 2012, Caorle e Bibione la applicheranno nel 2013 come Eraclea.

E Jesolo? Ufficialmente non ha ancora deciso, ma già il sindaco Valerio Zoggia mette le mani avanti: «Se non si vuole più investire nel turismo, allora non metteremo la tassa». Fissa già un tetto: non più di 1 euro e mezzo, estesa a tutti, albergatori, appartamenti e camping. L’incontro tra i sindaci del litorale a Cavallino Treporti, sulla tassa di soggiorno, è stato interlocutorio, anche sei i partecipanti l’hanno definito un vertice storico.

Presenti all’incontro i sindaci di San Michele al Tagliamento-Bibione, Caorle, Jesolo, Eraclea e Cavallino e i presidenti delle rispettive associazioni aderenti a Federalberghi Veneto, con il presidente regionale della Federazione Marco Michielli.

Per le mareggiate e l’erosione, sarà chiesto il coinvolgimento dei governatori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, ed eventualmente di allargare il raggio anche alla vicina Slovenia, per lanciare un progetto Interreg per il recupero e la salvaguardia del principale patrimonio delle rispettive regioni dell’Adriatico. Basta con i ripascimenti, con cui si va a recuperare in primavera quello che il mare ha portato via a novembre. Via libera a un progetto di ampio respiro coinvolgendo eccellenze universitarie delle due regioni, respingendo ogni richiesta che a farsi carico della salvaguardia dei litorali siano i Comuni o i privati, o la sola Regione, in quanto titolare della disponibilità del Demanio è lo Stato.

Al quale vengono corrisposti i canoni demaniali e deve garantire l’accessibilità dei beni che vengono dati in concessione. Questa la linea concordata.

Il presidente di Federalberghi Veneto, Marco Michielli, ha proposto la formale messa in mora del Governo italiano a fronte dell’inerzia di fronte all’emergenza mareggiate. È stata espressa solidarietà ai sindaci da parte del mondo imprenditoriale, consapevole che i tagli effettuati dagli ultimi tre Governi hanno reso insostenibile la situazione di bilancio dei pur virtuosi Comuni della costa.

Ma l’argomento clou è la tassa di soggiorno. Le associazioni di categoria sono compatte nell’opposizione. Invocano un’ipotesi alternativa. «Ci siamo lasciati in un clima di collaborazione», dice Michielli, «e la promessa di rivederci a breve». La Confcommercio è perplessa. «Per la legge siamo considerati esattori», dice il presidente Angelo Faloppa, «ed è parzialmente vero se ci sono aziende alberghiere con gestione manageriale. Nei piccoli alberghi a una o due stelle la tassa di soggiorno ricadrà sullo stesso albergatore che se la trova come sconto richiesto dal cliente».

da nuovavenezia.gelocal.it

Ristorante ai Casoni a Bibione Pineda

“Ristorante Ai Casoni” di Bibione Pineda (Venezia): un tavolo sulla laguna

Di Leonardo Felician

Si trova a Bibione Pineda, in provincia di Venezia, e dà direttamente sulla laguna con proprio attracco per barche e motoscafi il ristorante Ai Casoni, il cui nome riprende le tipiche abitazioni dei pescatori,dall’alto tetto di canne impagliate, la cucina è naturalmente di pesce freschissimo, in un ambiente elegante i cui colori mutano ad ogni ora del giorno…

La laguna di Baseleghe è un’oasi naturale di grande bellezza che si trova nel Veneto Orientale e separa le spiagge di Caorle e Bibione. Su questa vasta area umida si snoda la via d’acqua litoranea interna che congiunge Venezia con Grado. Ottimamente preservata con i suoi canneti, è ambiente naturale prediletto da numerose specie di volatili ed è facile vedere variopinti cormorani, garzette, cavalieri d‘Italia oltre a molti gabbiani.

Si trova vicino al porto di Baseleghe, dà direttamente sulla laguna ed è raggiungibile oltre che in macchina anche in barca o motoscafo il ristorante Ai Casoni, storico ristorante di Bibione Pineda che conta quasi una cinquantina d’anni di vita: cinque anni fa è stato ripreso in mano da Flavio e da Tiziano, completamente ristrutturato anche per normativa ASL e rilanciato posizionandolo nel segmento più alto, per creare un indirizzo che si discosta nettamente dai tipici ristoranti da spiaggia ed è in grado di richiamare appassionati anche da lontano.

Ne vale la pena innanzitutto per l’ambiente insolito, ricavato da costruzioni tipiche con alto tetto in paglia, i tradizionali casoni di pesca sulla laguna, restaurati a regola d’arte da esperti impagliatori ungheresi; poi per la posizione direttamente sulla laguna, con uno spettacolare tramonto che si riflette in mille sfumature di colore e si gode dalla nuova ed accogliente zona bar all’aperto pavimentata con quadroni di legno, ma anche da tutti i tavoli che sono affacciati sopra una cascata di fiori sull’acqua.

I coperti sono 150 e si mangia di solito all’aperto, con la possibilità di chiudere in caso di mal tempo. La cucina è naturalmente di pesce secondo la tradizione veneta dell’Alto Adriatico: da questo punto di vista la lunga esperienza di Flavio, che viene dalla vicina Caorle dove gestisce il centralissimo ristorante “Al Bateo”.

da mondodelgusto.it